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Sacrificio al girasole

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E tu Vincent
tagliandoti un orecchio
e mandandolo al bordello
delle puttane invise
delle puttane sporche -
sacrifichi al dio-girasole
e getti fuori da te stesso
la colpa dell'invidia -
non essere il rivale
non essere il dio-sole -
e metti fine infine,
in culmine schizoide
con sommo sacro fare,
al corpo tuo flétri
o alter girasole,
in rito arcaico
al più esigente sole -
con notturni lumi in testa
ma forse già da sempre,
Giudea o Mesopotamia,
il taglio del prepuzio
annuncia schiavitù
al giro dio del sole.
Poi per viltà mortale
fu offerto un animale.
Ma se qualcuno venne
a morte tutta intera -
si dice che risorge
e forse in noi è il seme
di un libero volare.
Gettasti quell'orecchio
sull'orlo primordiale -
facevi sacro il sole
al tuo destino sacrificale.

(leggendo Georges Bataille: "La mutilation sacrificielle
et l'oreille mutilée de Van Gogh)

 Alessandra Ponticelli Conti - 07/05/2014 14:00:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Un testo di grande livello intellettuale, oltre che poetico. Davvero bellissimo. Grande Cristina!
Un carissimo saluto
Alessandra

 Lorenzo Mullon - 06/05/2014 11:19:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

sì, comunque solo l’artista ha il coraggio di sacrificare ai girasoli, rendersi divino come loro osservando l’astro dentro la sua energia, diventandone la copia di luce
gli altri semplicemente distolgono lo sguardo, hanno paura di prendere la cecità di Omero

 Giorgio Cornelio - 05/05/2014 20:34:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Cornelio » ]

Bataille, e nel leggerti inseguo anche Artaud...il suicidato dalla società...

Poesia clandestina, che rilancia in percorso inverso la mutilazione del senso (artistico, storico, antropologico).

 Lorenzo Mullon - 05/05/2014 17:15:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

ce l’avevano dura gli artisti allora, no, non quelli alla moda, quelli che cercavano veramente nelle spirali dell’energia
oggi non è diverso, però
a Venezia c’è un grandissimo poeta del tutto ignorato, Aldo Vianello, il suo primo libro è stato prefatto da Ezra Pound
non lo conosce nessuno, qui in Italia, pochissimi, e invece in Inghilterra ha un editore entusiasta
forse qui non è noto perché ha un carattere difficile, non gli interessano i compromessi, lintiga sempre col potere costituito, un eroe
vive di niente, in una stanzetta offerta da un amico
gli hanno proposto il Premio Bacchelli, ma ha rifiutato, giusto per dire qualcosa di serio a chi si lamenta per i zero sussidi agli artisti
l’ho incontrato molte volte all’Arsenale, mentre vendevo i libri fuori dalla Biennale
lì c’è la mensa dei poveri, dove si reca tutti i giorni
una volta gli ho detto: "maestro, il sindaco dovrebbe invitarla tutti i giorni a pranzo e a cena nel miglior ristorante"
"no, grazie, metterei su troppi chili"

(e poi ci sono quelli a cui fanno o che si fanno fare il marketing editoriale puntando sulla carrozzina a rotelle, mostruoso)

 Francesco Innella - 05/05/2014 15:50:00 [ leggi altri commenti di Francesco Innella » ]

Complimenti per questa poesia che suscita immagini che si inseguono e raggiungono l’archetipo che in ogni lettore sonnecchia in attesa della sua resurrezione.

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